26.06.1978

Mina canta con rabbia e malinconia - Un trionfo

di Nantas Salvalaggio - Il Giorno


Non arriverei all'iperbole affettuosa di Walter Chiari che ha definito "storica" la rentrée di Mina alla Bussola. Ma è indubbio che i seimila spettatori assiepati nel teatro-tenda di Bernardini sono stati letteralmente catturati da una interprete unica, ormai, nel panorama della musica leggera europea.
Con i suoi capelli color ruggine, le lunghe braccia di burro, i fianchi di Giunone "tardo impero", Mina ha soffiato e urlato nel microfono alcune canzoni memorabili, da "Città vuota" a "L'importante è finire" a "Ancora ancora ancora". La sua voce è stata di volta in volta flauto e sassofono, malinconia e rabbia. Certi passaggi avevano una sensualità così violenta e scoperta, che un turista americano ha detto: "Questa signora canta con il monte di Venere".
Credo che la definizione più azzeccata di Mina, in ogni modo, l'abbia data Michele Galdieri (il poeta-paroliere di "Munasterio 'e Santa Chiara": "Questa ragazza ha un'orchestra in gola". Ieri sera, Mina ha mimato le sue storie musicali con una passionalità che ricordava la prima Ella Fitzgerald o la Edith Piaf del "tranche de vie": canzoni-monologhi che parevano confessioni in pubblico, ferite canore, strazi dell'anima raccontati sul pentagramma.
Poiché pativa molto il rientro - erano sei anni che non cantava in pubblico - Mina ha chiesto che il suo padrino fosse un amico del cuore, un flirt degli anni verdi: Walter Chiari. Walter è parso in gran forma, nella mezz'ora che ha fato da prologo, sempre più simile a certi lambruschi d'Emilia, che van bene per tutti i menù e le più disparate occasioni.
Nei primi due minuti Mina ha cantato nel buio più completo. Invano fili errabondi di luce, come vaghe comete, foravano il neropece del palcoscenico alla ricerca delle sue mani piccole, del lungo collo, dei capelli di fiamma. Ravvolta in uno scialle nero, Mina si nascondeva e aveva paura. Ritardava l'impatto del riflettore. E difatti, quando le luci l'hanno stanata dalla sua nicchia d'ombra, la platea ha avuto un brivido d'emozione e di tenerezza insieme; eccola, finalmente, la tempestosa vedette di tante serate e di tanti amori pericolosi. Si mostrava con tutti i segni degli anni e i suoi chili, le rughe e le angosce. Di colpo, a mo' di sberleffo, Mina ha voltato la schiena alle diete, alle privazioni, e si è esibita nel nuovo "peso-forma" che è quello di una matrona pettuta e gaudente. La ragazzina filiforme, la peccatrice dalla vita sottile, non erano più che un ricordo.
Restava in compenso la voce. Ma che voce! Alla fine di certe canzoni particolarmente intense, l'applauso è scoppiato con una tale impetuosità che ha rasentato il delirio,. Allora si è visto il viso bianco, allucinato e lunare di Mina, aprirsi in una risata nervosa, e allo stesso tempo piangere. Ha versato lacrime vere. Senza vergognarsi, quasi mostrandole al pubblico. Cadendo, le lacrime le hanno rigato la faccia di rimmel. Pareva un clown triste, il Calvero di Charlot in "Luci della ribalta".
Con lo show di ieri, la Bussola di Camaiore è tornata ai livelli internazionali: organizzazione precisa, bravura d'orchestra, in tutto degne di qualche raro night-club di Las Vegas, di Manhattan, di Miami Beach.
Quanto ai seimila della platea, meriterebbero una descrizione minuziosa. Erano il pubblico più variegato, emotivo, scintillante ed esibizionista che si sia notato negli ultimi anni. Molto rappresentata e chiassosa la cosiddetta "diversità". C'erano tutti i diversi di grido, da Renato Zero in abito di chiffon nero e occhiali a stanghetta d'oro all'ambigua Amanda Lear. Si notavano inoltre famosi travestiti di Parigi, poeti maledetti, sarti effeminati, arredatori à la page, portavoci del "Fuori' e play-boy da spiaggia. Mi confida Lamberto, osservatore di prime teatrali: "Stasera c'è il meglio del terzo mondo. I parrucchieri della Versilia hanno lavorato più per loro che per le donne. E sai perché? E' Mina che li attrae. E' il loro idolo. Ai suoi spettacoli non mancano mai. Perché Mina, e Patty Pravo in misura minore, rappresentano ai loro occhi la Donna Controcorrente: quella che ha infranto per prima i tabù, e ha inseguito l'amore senza preoccuparsi di tradizioni e convenzioni. Mina vive come le pare. E non gliene frega niente se l'oggetto della sua passione è dentro o fuori i parametri della morale sessuale".
Dopo il successo clamoroso della rentrée, Mina riapparirà alla Bussola in otto spettacoli, scaglionati durante l'estate: venti milioni a sera, per cantante e orchestra. Ancora una volta il cronista si toglie volentieri il cappello di fronte al merito. La elusiva tigre di Cremona, "cattivo carattere" della canzone italiana, ha fatto centro. E, alzando le spalle, dispettosamente si perde nella notte verso il suo mito.

Nantas Salvalaggio



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